venerdì 3 febbraio 2012

ACQUARELLO A MODO MIO

Succedeva già ai tempi della scuola, ogni studente ha il suo modo di studiare. Chi studiava in perfetto silenzio, da tappi nelle orecchie, chi studiava con la musica a tutto volume. E poi c'erano le materie che venivano bene, letto un attimo, chiuso il libro, otto assicurato (nel mio caso tutte le materie dove la memoria è importante). Mentre altre materie, niente, ore ed ore di studio per un sei meno meno. Giusto per non rovinare la pagella di una ragazza tutto sommato studiosa come me. Anche l'acquarello non fa eccezione.


Oggi volevo dipingere due rose partendo dalla demo di GuyMmagallanes. Invece di lavorare
one- on- one, mi sono trovata all-in-one, ormai  a modo mio. Non è finito, ho bagnato tanto che anche se la carta è spessa deve passarci sopra la notte. Le ultime macchie...domani.
Se si tratta di buttare giù il colore, spruzzare, macchiare è quasi sicuro che alla fine qualcosa succederà.
Ma le velature, i layers, glazes che dir si voglia o voile coloreè come dice qualche francese...Non ho mai la carta giusta. Non ho mai il pennello giusto. O non ho mai la mano giusta?
Eppure quanto mi piacciono quelle trasparenze sottili, quel bianco che degrada dolcemente verso il colore !
Le tecniche asciutte mi vengono male. Rovino la carta e sopratutto perdo quel bello spirito creativo ed entusiasta che ci vuole per dipingere qualunque cosa. Ogni pittore ha bisogno di autostima. E la mia autostima a quanto pare ha bisogno di acqua, di velocità, di un gran lavoro concentrato in (relativamente) pochi minuti. Due o tre passaggi per dare tempo al colore  di asciugare e basta! Quando devo insistere, continuare prolungare, il fattore pronostico di successo diventa sempre più basso.
Un'altra cosa che non sopporto è quella di studiare tanto il lavoro PRIMA per non sbagliare DOPO.
Peccato che studiando, studiando a volte , passato il week end  in cui deposito i pennelli per fare altro, spesso non ho più ritrovato lo sprint iniziale dell'idea ed a volte nemmeno più che cosa volevo esprimere.
Ho scoperto che se un'idea mi circola in mente troppo tempo alla fine evapora! Nonostante schizzi, foto e prove. Niente da fare. Non si rianima più ed io ho lavorato giorni per niente. Il mio studio è pieno di foto di riferimento, di abbozzi, di prove di cui il tempo non è stato amico.
Anche se la sperimentazione è un piccolo demone eternamente in agguato (curiosi si nasce e si rimane tali a vita) posso solo constatare che sono  arrivata a dipingere ad acquarello ... a modo mio!

giovedì 2 febbraio 2012

LA MIA NEVE

Ognuno di noi ha un rapporto speciale con la neve.
Si ama la neve in montagna, la si odia in città, la vorremmo a Natale.
E sopratutto com'era bella la neve di Antan! Quella di quando eravamo piccoli, o quella di quando erano piccoli i nostri figli. Ognuno  ha la sua neve.


La mia neve - acquarello di Rita Vaselli


La mia neve è quella di Sauze d'Oulx. Ci sono stati anni in cui ho vissuto lì per tanti mesi estate ed inverno.
Per tre volte ho avuto gravi problemi di salute e per tre volte la montagna mi ha risanato.
Sono arrivata lì magra, debole con il respiro corto e sono tornata a casa in forze e con il peso giusto.
Vivere a Sauze vuol dire essere più vicini al cielo; la valle ,in basso è così ampia, che sembra mettere in prospettiva ogni realtà interna ed esterna, le giornate sono lunghe e luminose, perfino d'inverno il sole tramonta sempre più tardi a Sauze che altrove.


Neve sulla strada che da Sauze porta a Monfol


I sentieri conosciuti sono diventati luoghi amici da ripercorrere per cogliere ogni cambiamento.
Camminando nella natura della montagna il mio corpo ha ritrovato la forza del respiro.
Ho dimenticato la malattìa , mi sono ritrovata sana nella mente e nel cuore.
Quando nevica tanto come in questi giorni, quasi per un riflesso condizionato, respiro, sto bene, non sento il disagio del freddo.


La neve che amo - acquarello di Rita Vaselli

mercoledì 1 febbraio 2012

CIAO CIAO BAMBINA !!!

Incontrare le persone che amiamo è sempre un momento bellissimo.
E poi i giorni trascorrono, il tempo che sembrava tanto si riduce a poche ore, pochi minuti, pochi attimi.
La porta che si era aperta nello spazio e nel tempo si chiude.
Ho l'abitudine di scattare foto, per scacciare il magone.



Quanti saluti e quanti piccoli addii, durante gli anni!
Oggi ho giocato con Beatrice, ho guardato mia figlia fare le valigie, il mio cuore di mamma e di nonna si divide tra il desiderio di queste ore serene ed un senso di vuoto, di squilibrio.
Mi sento come un equilibrista che deve stare fermo nel punto giusto per non cadere ed andare avanti.
La vita è, così come è.
Le persone che vanno via oggi ritorneranno un altro giorno, vicino e lontano devono convivere anche dentro di me.
Riprenderò i pennelli , la carta ed i colori. Guarderò le mie bimbe attraverso Skype.



Oggi Beatrice ha giocato con il mio computer ed ha cambiato, non so come, lo schermo.
Ero sul blog e c'era la carta geografica del mondo. L'ha ingrandita e poi mi sono trovata i 5 continenti, sotto le icone del desktop.
Un segno, per una bambina con un passaporto di due nazioni, che è nata e vive in un'altra ?
Ciao Ciao Bambina!!!

martedì 31 gennaio 2012

ACQUARELLO ONE-ON-ONE:GUY MAGALLANES

Se c'è una cosa che mi riesce difficile fare in acquarello sono le velature.
Essendo di carattere impaziente, stendere il colore, aspettare l'asciugatura prima di procedere alla stesura successiva mette a  dura  prova i miei nervi.

Acquarello di Guy Magallanes
Nonostante questo o forse proprio per questo, ho sempre ammirato molto i pittori che dipingono così.
Uno dei primi libri che ho acquistato è Glorious GardenFlowers in Watercolor di Susan Tustain Harrison, dove l'autrice spiega con tanta bravura il suo metodo one-on-one, ma in tutti questi anni , seguendo le sue demo, io non sono riuscita a dipingere se non un insetto, un bombo, che era realizzato a piccole pennellate !

Susan T.Harrison insegna a completare i fiori con insetti ... 
Ecco il mio bombo !

Amo  dipingere i fiori e mi interessa approfondire le tecniche di velatura con cui questo soggetto viene affrontato da tanti pittori. Uno degli artisti  che preferisco per la tecnica della velatura è Guy Magallanes, pittore molto conosciuto  negli Stati Uniti e che dipinge soggetti floreali  con colori vividi,un colore per volta (one-on-one).

Guy è un personaggio molto simpatico ,è la star del programma televisivo ART 2 ART, dedicato all'acquarello, insieme a Joyce Faulknor.
Insegna pittura a gruppi di allievi  in un luogo(Filoli) che visto nelle fotografìe sembra un paradiso terrestre,e nel suo  blog pubblica ogni settimana i work in progress delle lezioni (Friday WIP), con  le foto di tutti i passaggi e indicazioni sintetiche,ma dettagliate.

Per visitare il blog di Guy Magallanes e la pagina Friday WIP, clicca qui

Per riuscire a diventare paziente con le velature,mi sto impegnando molto seriamente a seguire l'ultimo di questi work in progress(Dos Rosas) ed in un prossimo post vedrete l'andamento di questa mia sperimentazione di lezioni a distanza,tra California ed Oltrepo' Pavese.

lunedì 30 gennaio 2012

VERSARE IL COLORE:PROVIAMO INSIEME

Questa volta vediamo insieme nel dettaglio cosa succede davvero quando si decide di versare il colore.
Proteggetevi le mani ,se non volete finire come me,con le mani ... nel blu dipinte di blu.


Margherite ad acquarello -Rita Vaselli

 Questo post è   dedicato a chi teme  l'acquarello , per sdrammatizzare la tecnica.Un po' di tempo e la voglia di giocare con il colore e tutti possono avere il piacere di dipingere  qualcosa di gradevole.



Ho riportato il disegno delle margherite con l'aiuto di un lucido e la carta grafite.
Ho passato il liquido per mascheratura sui fiori e sugli steli, usando un pennello fine, ed avendo cura di lavarlo subito dopo l'uso per non rovinarlo. Facciamo asciugare bene la mascheratura.



4 colori della serie Venezia (blu cyan, giallo primario, verde giallastro e indaco), diluiti dentro ex coperchi di  cosmetici, liquidi ma non  acquosi. 4 pennelli sintetici rotondi, uno per colore. Il sapone di Marsiglia è servito per togliere il liquido per mascheratura dal piccolo pennello con cui l'ho applicato.



Ho steso la carta su una tavoletta di compensato, prima con l'aiuto di un nastro adesivo di carta e poi, sul nastro di carta, ho steso un nastro di plastica per favorire la colatura dell'eccesso di acqua e colore.
Ho bagnato il foglio con lo spruzzatore, ed ho atteso che l'acqua penetrasse in profondità. La  rugiada che vedete sulla mascheratura è stata tamponata con fazzolettini di carta.



I colori versati si mescolano tra di loro e prendono la direzione desiderata  muovendo la tavoletta, che è appoggiata su un largo vassoio. Si può guidare il colore in questa fase con l'aiuto di uno spruzzatore,o versando direttamente acqua da una piccola caraffa.Se avete fiato,fate come Lian Quan Zhen,soffiate!





Per fare queste prove non bisogna preoccuparsi troppo, per questo ho usato materiali cosiddetti da studio:
usare carte pregiate e colori da professionisti mi avrebbe tolto il divertimento!!!


Il fondo finito, dopo un giorno di asciugatura, si presentava così.
Ho aggiunto del blu elio di Schminke intorno ai fiori ed ai gambi, trascinandone un po' sui petali, ed ho macchiato il centro delle margherite con arancio di cadmio, tamponandolo con  un fazzolettino di carta.


Quando non ho molto tempo e non posso impostare un lavoro impegnativo,mi mantengo in forma
dedicandomi a queste azioni a metà tra pittura e gioco.Spero che provando a versare il colore su soggetti semplici come questi tante persone si innamorino dell'acquarello,una passione che "colora"la vita!



domenica 29 gennaio 2012

ACQUARELLO MASTER....DISASTER!

A chi non è capitato di trovarsi davanti ad un acquarello che sembrava tanto promettente e poi è rimasto lì, nel limbo delle creazioni a metà? Il più bravo degli acquarellisti ha sempre una piccola collezione di acquarelli che si sono rivelati un disastro!


Un acquarello di Susan Webb Tregay - "Fenced" (la recinzione è
stata aggiunta in un secondo tempo per... soccorrere l'opera)
 Uno dei libri più originali nei quali mi sono imbattuta negli ultimi anni è sicuramente MASTER DISASTER di Susan Webb Tregay. Il titolo mi ha incuriosito veramente tanto e l'ho ordinato tramite Amazon. Se c'erano 5 metodi per soccorrere gli acquarelli disperati io dovevo scoprirlo.

Il libro è articolato in 5 capitoli, ognuno dedicato al soccorso di un acquarello disperato da uno specifico punto di vista. (L'indice di questi argomenti è chiaramente visibile nell'anteprima di Amazon.com a piede di pagina.)




La nostra autrice premette che dipinge su carta Arches, una carta che resiste bene a trattamenti di recupero energico e quindi non si assume responsabilità su altre carte.Tutto il libro è deliziosamente umoristico ed incoraggiante perchè ci fa capire che nell'acquarello la fluidità dell'acqua è sempre una sfida anche per i professionisti.




La necessità di rivedere il lavoro, il reworking, magari dopo qualche tempo in modo da avere una maggiore obiettività, è una pratica comune per  tutti gli artisti. Ritornare sul lavoro può peggiorare la situazione oppure perfezionarla; in questo libro ogni capitolo è un aiuto per andare sempre nella direzione nel miglioramento.
I due capitoli finali del libro riguardano la valutazione del lavoro ed il progresso personale dell'artista, che a questo punto dovrebbe essere diventato più master che disaster.


Master Disaster: Five Ways to Rescue Desperate Watercolors

website di Susan : http://www.tregay.com/

blog di Susan:    http://tregay.blogspot.com/

sabato 28 gennaio 2012

ACQUARELLO TRA CONTROLLO E FLUIDITA'

In un fine settimana come questo, dove sembra buio tutto il giorno, trovare sul web nuovi preview dedicati alle tecniche dell' acquarello mi  aiuta a passare il tempo.
Jan Fabian Wallake in questi brevi estratti dal fimato intero, rende  bene l'idea di come i liquidi per ,mascherare e la disinvoltura nello stendere il colore possano costituire la base di un lavoro fresco e possibile, a vari livelli di esperienza.


Acquarello-Maui  Sunrise-Jan Fabian Wallake -dal libro" Watercolor pour it on !"
Questi video-clip mi  sembrano ideali per far perdere la paura di muoversi con il colore sulla carta, e come tali meritano di essere proposti.  Molti workshop americani, anche nel titolo, contengono le parole "senza  paura".







La soluzione americana per eliminare la paura è un disegno semplice e molto chiaro, e l'uso del liquido per mascherare per avere il controllo totale di tutte le zone che devono rimanere bianche o molto chiare.
Il pittore stesso, crescendo in esperienza ed abilità, sarà sempre meno schiavo della mascheratura, e sempre più in grado di scegliere quanto controllare il lavoro e quanto lasciarsi andare alla fluidità dell'acquarello.
Nel post A SCUOLA DI ACQUARELLO : VERSARE IL COLORE , ho presentato l'autrice  ed il suo libro "Watercolor pour it on!" , adesso potete vederla in azione mentre dipinge acquarelli dove il controllo ottenuto con la mascheratura consente una disinvolta fluidità.
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