martedì 29 novembre 2011

ACQUARELLO:che passione!

"Mi piacerebbe tanto dipingere ad acquarello-mi hanno detto amici pittori che usano altre tecniche- ma poi...tutta quell'acqua che fa quello che le pare e scorre dove vuole ...mi sembra troppo difficile!".
Ed infatti l'acqua è l'elemento che porta il colore dove vuole e l'acquarellista deve fare il domatore dell'acqua a volte ed altre volte il domatore del colore.

Dunque gli acquarellisti amano l'acqua in primis e poi il rischio, perche' acqua e colore hanno un equilibrio instabile.

L'acqua guida il colore
 Anche  acquarellisti affermati  dicono che davanti al foglio di carta con i colori pronti ogni volta che si ricomincia non c'è troppa differenza  tra loro ed un  principiante.
Sbagliare è umano in ogni cosa e nell'acquarello di piu'.
I mercanti d'arte si lamentano dei molti falsi, ma dicono che non ci sono sul mercato falsi d'acquarello perche' neanche il pittore stesso riesce a ripetersi  perfettamente, in particolare nelle tecniche che prevedono l'uso di tanta acqua.

Il fascino dell'acquarello è in questa strana sfida dove non è certa la vittoria, perche' portare via
i colori  dalla carta non è come prendere l'acqua ragia e asportare parti di dipinto ad olio da una tela
o ricoprire tutto con un bel fondo scuro e ripartire.
Non è possibile- ha scritto qualcuno -rifare il naso della contessa nel ritratto ad acquarello..come avviene con la pittura ad olio o in acrilico. Il naso della contessa ...richiedera' un secondo foglio di carta e ricominciare l'opera!

Allora perche' il mondo è pieno di acquarellisti?
Perche' questa tecnica è come una malattìa che una volta contratta non ti molla piu?.
Si seguono e si abbandonano i maestri, i libri si accumulano, la carta di vario tipo anche, non parliamo dei colori e dei  pennelli...Attraverso la trasparenza di questo mezzo artistico è come se si potesse dire tutto, peccato che per riuscire a dirlo occorrono prove, tentativi, studio.
L'acquarellista è coinvolto in una ricerca continua.
Al dila' del risultato,l'acquarello è una passione.

Un acquarello costruito con lentezza
All'inizio  è difficile capire perfino che tipo di acquarello si vuol dipingere.
Ci sono stili di pittura immediata, grande concentrazione in poco tempo.
Stili pazienti, velature sottili, sovrapposizioni che lentamente costruiscono il risultato.
Stili gestuali, dove il gesto porta il pennello a sintetizzare le forme come se le scrivesse sulla carta,
padroneggiando una  difficile semplicita' orientale .

C'è  un acquarello per ciascuno di noi, è la risposta che stiamo cercando, da questo foglio bianco, da quest'acqua che abbiamo vicina, che parte limpida e diventa sempre piu' colorata man mano che sciacquiamo i pennelli.
E' bello viaggiare nel mondo dell'acquarello, la meta non importa, oppure arriva come una  illuminazione, mentre non la stiamo cercando.

Nell'orto, acquarello in liberta'
Non è stato facile comprendere come, per me , certi colori sono piu' importanti di altri, che le forme devono essere semplici se il colore è molto intenso e la scioltezza implica tanto studio a parte...e ciononostante
niente è piu' divertente a volte di prendere un foglio bianco e, quasi senza pensare , provare a dipingere quello che viene in mente.
Sono i miei momenti preferiti.
Nessuna regola, nessuna censura.
Mi sento davanti ai miei fogli completamente libera.
E quando esce fuori qualcosa che mi sorprende...che felicita'!

domenica 27 novembre 2011

LA PORTA MAGICA:I COLORI DELLA FELICITA'

Una Amica mi ha domandato "TU,perche' dipingi?"

Caos artistico è libertà espressiva

E  io  mi sono dovuta concentrare per rispondere.
Disegnare e colorare sono una passione dai tempi dell'infanzia.
Facevo un gioco che nella mia mente di bimba chiamavo la porta magica.
Disegnavo la classica casetta, ma poi ritagliavo la porta per aprirla, a volte anche le finestre.Le mie porte e le mie finestre si aprivano su un secondo disegno e lì mettevo cose e persone diverse.Così raccontavo favole a me stessa ed alla mia sorellina.
Ma quando la  vena creativa era al massimo, disegnavo una casa piu' grande in cartone, la facevo stare in piedi e poi ritagliando la porta, sognavo di passare aldila', in un altro mondo.
Non avevo letto Alice nel paese delle meraviglie, perche' questi ricordi sono  legati ad una casa in cui  ho abitato fino a 5 anni.
Disegnare e dipingere erano lo spazio segreto della mia fantasia, non ero attaccata al risultato, non facevo queste attivita' nella scuola materna.
Provavo una grande felicita' quando usavo carta e matite colorate.
Avere un bel giardino intorno casa e tanti parenti che sovrintendevano senza interferire se non quando...scorreva il sangue o arrivavano i bernoccoli ed il pianto per richiamare attenzione: e' stato il mio Eden.
Sono passati tanti anni, ma quando voglio dipingere e comincio a farlo, è lo stesso momento di  grazia e concentrazione.
Si apre la porta magica, quella porta che mi chiude dietro il mondo con i suoi problemi e le sue necessita', per uscire  verso una realta' dove mi sento completamente libera.

La risposta e' DIPINGO per essere FELICE.

 
Oltre la porta magica

giovedì 24 novembre 2011

MESSAGGI IN BOTTIGLIA GETTATI NEL MARE DEL WEB



Sola davanti al computer, improvviso una parola e cerco ...
Il mondo, fino a poco  prima  separato da me, arriva pieno di idee, energìe, colori.
Io guardo, leggo, ascolto la musica oppure  seguo un video.
ORA  mi riesce difficile pensare al mondo  come era PRIMA del computer.
E' venuta un po' a tutti la voglia di comunicare così e sono nati tanti blog, passando dai quali si scoprono  moltissime cose..





La vita diventa piu' ricca ed i curiosi di tutto, come me, hanno di che nutrire continuamente i loro interessi culturali.
Scrivere per un blog, dal mio angolo di mondo, vuol dire mettere un messaggio nella bottiglia.
Io ci sono. Tu ci sei?
Quando scrivo lo faccio perche' mi piace condividere i miei pensieri con  chi avra' piacere di fermarsi un attimo.
Da giovane tenevo diari che si sono accumulati nel tempo, prendendo odore di cantina , e la mia  scrittura è diventata, a causa dell'umidita', quasi illeggibile. Adesso le mie parole stanno in un flusso di bit.
Allora concludevo le mie giornate scrivendo il diario del giorno, come ora scrivo un post.
Prima del sonno mi piaceva leggere poesìe che non facevano parte del programma scolastico.
Sentivo in particolare il fascino della "Poesia americana del '900", un bel volume edito da  Guanda, con la fenice impressa in oro sulla rilegatura di seta, che si  è salvato da tutti i miei traslochi.
I versi di  Emily Dickinson mi  hanno accompagnato come slogan.
WHO ARE YOU? Un giorno mi è venuta voglia di dipingere alcuni versi ed il risultato è quello che vedete


QUESTA E' LA MIA  LETTERA AL MONDO / CHE  NON HA MAI SCRITTO A ME
è un altro slogan della mia adolescenza , per alcuni aspetti molto isolata nel mio paese natale che, finito il  breve momento turistico, mi faceva l'effetto di un luogo abbandonato dagli esseri umani.
Strade vuote, case vuote, spiaggia deserta.

Adesso con il mondo, tramite web, ci scambiamo tante mail, a volte superficiali e a volte profonde ed inaspettate.
Ma la grande Emily è nata  in un'epoca dove tutto questo era totalmente  imprevedibile.

Cari amici che vi sedete un attimo al pc e cercando "qualcosa " trovate e leggete i miei post, vi saluto con affetto.
Grazie perche' aprite queste bottiglie e  leggete il loro messaggio.
E se volete mandare  i vostri  messaggi ......io sono qui.

mercoledì 23 novembre 2011

PITTURA RAPIDA: ACQUARELLO IN NEGATIVO




Pittura rapida nel Parco di Lungavilla

Dipingere gli spazi intorno alle cose per creare una immagine in modo opposto a quello ritenuto normale, serve ad impadronirsi, successivamente,  di questa attitudine e sfruttarla per risolvere tutte quelle situazioni dove troppi elementi possono diventare eccessivi...erba, fogliame, gruppi di alberi... come può capitare durante una passeggiata in un Parco



Vedere gli spazi vuoti come spazi pieni
 La tecnica usata per questo acquarello  è stata" bagnato su asciutto" dopo un disegno molto semplice degli spazi negativi, su un album di carta fabriano studio da 300gr formato 23x30.


Sequenza del lavoro
 Una tavolozza limitata: giallo cadmio, rosso ossido trasparente, viola, terra d'ombra bruciata.
Qualche passaggio di giallo e successivamente di giallo piu' rosso ossido trasparente, infine  vari mix di rosso ossido e di giallo, un tocco di rosso ossido misto a viola, un tocco di rosso ossido misto a terra d'ombra bruciata.

martedì 22 novembre 2011

UNA BELLA STORIA



Iris a Sirmione, primo maggio 2011
Stasera torno da un piccolo viaggio a Milano.
Nel 1977 e nel 1978 ho abitato a Milano e stavamo quasi per diventare milanesi...
La stessa mano che ci porto' lì , ci ha riportati in Toscana.
Ma tuttora Milano è un punto forte del mio destino,per un verso o per l'altro...
Ed oggi sono andata a Milano a trovare una amica di penna, come si diceva una volta, o di computer? Come si puo' incontrare un amico su centinaia di migliaia di persone?
Galeotto fu il libro e chi lo scrisse....nel nostro caso Philip Ball.
Un libro sul colore che non so quante persone siano riuscite a leggere con entusiasmo, come noi due.Così ho  fatto un commento sul blog di Renata. E Renata si è iscritta tra i miei lettori ed io tra i suoi.
Abbiamo cominciato a scambiarci qualche mail, a leggere i post..a ri-commentare ed oggi ci siamo incontrate con la sensazione di esserci gia' conosciute da tempo.

La passione per pigmenti, acquarello, sperimentazione,è un argomento infinito...ed è piacevole  lo scambio di informazione, così raro nella vita di tutti i giorni, su argomenti tanto specifici! Poi se c'è spontaneita' ed empatìa...what else?
Che cosa , prima ancora del libro mi aveva fatto cliccare su Renata?
Tanto le immagini dei suoi lavori di acquarello botanico, quanto la parola Sirmione.
Sirmione è il luogo dove abbiamo fatto festa per il battesimo di Beatrice e questo mi aveva incuriosito.


Iris a Sirmione


Stasera tornando a casa, voglio salutare questa nuova amica, che entra a fare parte della mia vita con una immagine di fiori.
Non sono fiori qualunque, sono Iris di Sirmione. Mentre  scattavo, in modo veramente sorprendente, il padrone del giardino mi ha detto se volevo delle piante, perche'  era stanco della loro
invasivita'. Questa volta ho preferito le immagini alle piante vere  (avevo un bagagliaio così pieno che anche i fiori recisi non avrebbero trovato spazio).
Le immagini sono piu' leggere da trasportare e non appassiscono mai.
Ora, con il materiale libresco fornito gentilmente da Renata provero' a disegnare e a dipingere in modo piu' botanico.L'amicizia consiste anche nello scambiarsi , conversando piacevolmente, scoperte, esperienze e materiale di lettura per migliorare insieme piu' velocemente, creando interazioni dinamiche.

lunedì 21 novembre 2011

RAMI NUDI NELLA NEBBIA

Fiori di ciliegio in piazza Meardi a Voghera
Anche le ultime foglie hanno lasciato i tigli del viale sottocasa.
La nebbia ed il gelo stanno mandando in letargo le piante, e un po' anche me.
Così ogni tanto cerco le immagini delle stagioni passate per saper vedere il ciclo del tempo e non sentire in modo troppo drammatico questo clima  deprimente.
Da quei rami nudi tra (relativamente )poco tempo rinasceranno foglie e fiori.
La terra e la sua popolazione vegetale si prendono soltanto  un periodo di riposo.
L'immagine che stamani è riuscita a farmi sentire che la primavera sta subito dietro l'inverno... è quella dei fiori di ciliegio.
I giapponesi li ammirano nei giardini dei templi,facendo i primi pic-nic della stagione.
Per fare l'hanami ci sarebbe una piazza qui vicino,dove due splendidi esemplari ogni anno  regalano momenti a naso in sù che mi  mettono la cervicale in crisi...ma vi immaginate se stendessimo una coperta sui petali e cominciassimo a mangiare?Insieme a Danilo (ormai fotografo per forza,che fare mentre una moglie fotografa se non fotografare?) ci ritroviamo sotto questi alberi meravigliosi e veniamo guardati come due un po' fuori di testa...ci mancherebbe solo il pic-nic ammirativo!
Scattare a naso in su' ammirando questi fiori...Anche Danilo è stato bravissimo!!!

domenica 20 novembre 2011

DUE PASSI A ... PAVIA (1)

PAVIA, ANTICA CAPITALE DEL REGNO LONGOBARDO, SEDE DI UNA DELLE PIU' ANTICHE UNIVERSITA' ITALIANE.
Ognuno lasci le ruote che ha: a Pavia il centro è vietato al traffico
La bici è ammessa a Pavia centro, ma sui ciottoli si pedala male
Pavia - Shopping de luxe in piazza Duomo
Pavia - Shopping alternativo in piazza Duomo
Pavia - la rive gauche lungo il Ticino
Pavia - la rive droite lungo il Ticino (Borgoticino)

venerdì 18 novembre 2011

Il VUOTO NELL'ACQUARELLO: DIPINGERE QUELLO CHE NON C'E'

Immagine del parco di Lungavilla
Dipingere intorno alle cose, puo' definire l'immagine quanto dipingere le cose stesse.
Prendiamo una foto come questa e con un click, facciamola diventare un negativo, poi osserviamo la staccionata , i tronchi degli alberi, i rami e le foglie....(mi impegno a fare una demo passo a passo
di quello che ho appena dichiarato....il piu' presto possibile.E' che le idee corrono piu' veloci delle mani)


La stessa immagine, in negativo

Dipingendo il cielo, lo spazio tra i rami e intorno alla staccionata, le ombre nel modo giusto, l'immagine dipinta sara' altrettanto suggestiva che se avessimo dipinto tutte queste cose .... in positivo. 
Come?Con pazienza certosina,oppure sportivamente come Nita Engle o Roland Roycraft, con l'aiuto della gomma per mascherare...à la guerre comme à la guerre!

Alcuni pittori di acquarello in negativo, se perdono il bianco carta ci mettono la gouache o gli acrilici.
Percio' se volete provarci,  non fatevi problemi: qualcosa succedera' e potreste anche scoprire che spesso questo trovare il vuoto tra le forme è un grande aiuto per sintetizzare ed interpretare le immagini.

Ne tengono conto i fotografi, i grafici...insomma, la considerazione di quello che sembra vuoto in una composizione è piu' usuale per gli addetti ai lavori di quello che potrebbe sembrare.

La migliore qualita' dell'acquarello è il far risplendere la luce nello spazio della carta bianca.

La  pittura botanica valorizza il fondo privo di colore, ed è una pittura positiva, ovvero dipinge il soggetto stesso.

Chi fa emergere la forma dell'oggetto, attraverso le forme che lo circondano, dipinge le forme negative.

In realta' per tutti gli acquarellisti e nella pittura in generale i due modi di dipingere si usano  contemporaneamente, in minore o maggiore misura, per arrivare al risultato voluto.

Una corrente di pittori, in particolare negli Stati Uniti e in  Canada, si è innamorata a tal punto del metodo che lavora solo in negativo:




E' sempre interessante studiare chi porta alle massime conseguenze una tecnica pittorica, perche' esercitandosi sulle sue lezioni, possiamo scoprire come integrarla al nostro modo di vedere e dipingere .

Nel numero di settembre del Watercolor Artist c'era un Creativity Workshop della pittrice Brenda Swenson, che illustra il metodo.

Nella serie di immagini a lato, Brenda comincia dal disegno, e scegliendo tre colori primari dipinge un fondo bagnato su bagnato.

Successivamente approfondisce gli spazi tra i frutti e le foglie, arrivando a definirli seguendo la tecnica della pittura in negativo, bagnato su asciutto.

Ho scoperto questo modo di dipingere attraverso il libro di Linda Kemp e per quanto non lo abbia adottato integralmente mi ha aiutato a capire gli spazi pieni e vuoti della composizione, e come utilizzarli per dare profondità.

Ho dipinto i melograni secondo la dimostrazione di Brenda ed il risultato finale è stato questo:


Melograni - acquarello 25 x 35 - Rita Vaselli

giovedì 17 novembre 2011

MONTALE, IL GIRASOLE E LA SCRITTURA CREATIVA


Portami il girasole......
PORTAMI IL GIRASOLE

Portami il girasole ch'io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l'ansietà del suo volto giallino

Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la ventura delle venture.

Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.

                        Eugenio Montale




Un girasole! Niente di piu' bello per ricordare l'estate.

Qualche anno fa di questi tempi, al Liceo Taramelli di Pavìa, ho seguito una lezione di scrittura creativa, il cui argomento è stato ...il girasole.
Se penso alla professoressa che avrei sempre sognato e mai avuto  ai tempi della scuola, oggi vedo  il volto ed il sorriso di Laura Marelli.
Ci sono persone che vivono e trasmettono la cultura con la facilita' con cui...si offre e si beve un bicchiere d'acqua o... di buon vino.
La cultura è trasmissibile e non è affatto noiosa!
La professoressa Marelli ci ha condotto a scivere,di lezione in lezione, inni, sonetti ed haiku attraverso un metodo immediato, sorprendente ed efficace.
E divertente, il che non guasta mai.
Laura in 5 minuti mi ha  fatto capire Pirandello come nessuno mai...e quindi il suo magico carisma ha dato il via alla  nostra penna di studenti Unitre.
Dopo i primi due anni dedicati alla scrittura in prosa, avevamo intrapreso il corso di poesìa.
Come si puo' imparare la poesìa?
Se non avessi seguito questo percorso forse sarei portata a dire che è impossibile.
Invece Laura ci ha trascinati nel ritmo e nella metrica con esercizi divertenti e mirati.
Una delle prime proposte è stata la trasformazione di "Fratelli di Italia" in "Sorelle pavesi."...
Ridendo si impara di piu' e ognuno di noi ha rivelato, in molte circostanze, una particolare vena comica.
Una volta sono uscita un attimo nel chiostro dell'ex convento, per rispondere ad una telefonata e mi ha stupito sentire come risuonavano le risate dentro l'aula.
A casa portavamo compiti impegnativi, come riscrivere con versi nostri  l'Infinito di Leopardi (tostissimo esercizio!) cercando oltre alla metrica ed al ritmo, di tenere alto l'argomento.
Ma in aula, a volte ,abbiamo improvvisato cose degne della commedia dell'arte!

Dopo la distribuzione della fotocopia del Girasole di Montale siamo rimasti ...senza parole.
Questa volta, trovare  le parole adeguate, fare versi con la stessa metrica e con la stessa rima, sembrava proprio una missione impossibile.
Solo le spiegazioni chiare di Laura mi facevano sentire in grado di accettare la sfida.
Tornata a casa , ho incominciato a scrivere "portami il girasole.." e magicamente una dopo l'altra
sono arrivate molte altre parole...

                                             Portami il girasole che hai raccolto               
                                             ch'io lo dipinga sopra il foglio candido
                                             per eternare la gloria del suo volto
                                             sopra un cielo blu cobalto splendido.

                                             Dal fiore d'oro che ogni anno fa ritorno
                                             noi speriamo la chiave del mistero
                                             nasconda la vita altra vita davvero,
                                             che il fiore non duri un solo giorno.

                                             Del girasole dal tuo campo tolto
                                             per portarlo nel luogo dove siamo
                                             dipingero' il grande giallo volto
                                             a ricordar la gioia mentre viviamo.

                                                                                           Rita Vaselli


Campo di girasoli ad Ambilly

                     

NON AMO L'INVERNO ANCHE SE....

Non  amo l'inverno anche se sono nata proprio il 20 dicembre,l'ultimo giorno d'autunno.
Mi dicono che ho preso subito la bronchite ...non è stato un buon incipit.
Sono  felice che mia figlia, Valentina sia   nata d'estate.Io sono sicura che sono nata d'inverno per qualche disguido burocratico del Karma.
Intanto  da piccola io ho avuto il "riassunto"dei regali spettanti  in una festa sola,il Natale.
Mi manca la luce,la lunghezza del pomeriggio che per una come me, con il risveglio lento,
è sempre la parte migliore e piu' attiva del giorno.

Quando splende il  sole, raro in questi giorni ...per me è felicita'
  Adesso, per di piu', vivo in luoghi che inclinano alla nebbia.

Ma la felicita' ,talvolta ,è liberarsi di un paio di scarpe strette.

Quando ,come oggi ,capita una giornata di sole e senza nebbia SONO FELICE,
e questa luce ,così rara ormai ,diventa preziosa dall'alba(che arriva tardi)al tramonto.

martedì 15 novembre 2011

ON THE ROAD: IL GIARDINO DEGLI IRIS

C'era una volta sulla strada che va  da ...a  un "giardino" di iris.
L'avevo gia' notato, ma si trovava su una statale frequentata dai camion  dove parcheggiare non è facilissimo ed al bordo della quale è anche un po' rischioso camminare .
Prima che sfiorissero, dovevo assolutamente  fotografare quegli iris!

Alla fine di Aprile,nelle zone dell'Oltrepo' è il momento magico degli Iris
 .
Quel tripudio di fiori si trovava in due  grandi aiuole davanti ad una casa, semplice e senza pretese, ma dentro quelle aiuole, nascosta tra erba e surfinie, c'era una collezione da fare invidia a qualunque catalogo  olandese.

I
Un altro punto di vista ,davanti alla casa degli Iris
Iris quasi neri, con gli stami azzurri, iris color pesca e color cioccolato.
Iris lilla, bianchi, gialli, maculati, alti, medi e nani...io scattavo e scattavo cercando di non perdermi nessun tipo di esemplare.

Gli stami azzurri di un iris

All'improvviso dalla porta della casa esce una donna e mi saluta.
Scende con fatica dalle scale .
Ha in mano  un coltello da cucina, dal  manico rosso  e me lo porge.
"li raccolga, tutti quelli che vuole, li porti via, se vuole anche le piante ...".
Io mi stupisco dello sguardo triste della signora.
"Erano così belli, una volta, adesso in confronto non vede niente...una volta.
Mio marito li curava, ma ora non puo' piu' farlo...non puo' piu' neanche
scendere a vederli..".
La mia gioia si muta in tristezza ma non oso rifiutare di cogliere gli Iris, mentre lei si allontana.
Raccolgo i fiori, cercando di non rovinare l'aspetto delle piante, anche se preferirei  raccogliere le immagini e lasciare i fiori al loro posto. Non posso  deludere la signora, cosi gentile ad avere il pensiero
di offrirmi gli Iris a cui suo marito ha tenuto tanto, per anni.

Mi ha visto fotografare dalla finestra ed ha pensato che gli Iris, per lei  ora fonte di tristezza, per me erano
ancora una gioia. Ed ha voluto donarmela.

Gli iris mi sorprendono sempre nei posti piu' improbabili...
.
In altri tempi ho cercato il giardino sulla statale che va da ...a....ma  era sparito, quasi non ci fosse mai stato, e le finestre della casa erano chiuse. Sono affezionata a queste foto perche' mentre le scattavo, ho sentito la forza dell'amore che puo' legare insieme le persone ed il loro giardino.
 
Ce n'è una, tra queste foto, dove un gioco di luci sembra rivelare una figura, un misterioso giardiniere
chinato verso le piante. Ho  pensato al padrone di casa e anche a mia madre, quando alla fine di una giornata di lavoro si dedicava al giardino. Anche  le sue piante sono svanite in fretta subito dopo di lei.


Gli inglesi dicono che c'è un uomo verde nel giardino, ed è quello che mi è sembrato di vedere in mezzo
agli iris, tra le foglie all'ombra di una pianta, dopo aver ingrandito molto  una porzione di immagine.

Ho dipinto il giardino degli Iris due anni  dopo, mettendo insieme la mia nostalgìa ed il  dolore  di persone sconosciute. E' poco piu' di un abbozzo ma contiene qualcosa che mi commuove ogni volta che lo guardo.


The green man - studio ad acquarello di Rita Vaselli 


lunedì 14 novembre 2011

LA PIOGGIA NEL GIARDINO: HAIKU PER UN FIORE

Quando i fiori sono nel massimo splendore, un giorno di pioggia violenta li piega, li sfoglia...è un momento difficile per chi dedica tanta cura alle piante.
Il ciclo della natura è fatto anche di perdita.

A Pavìa ho seguito un corso di scrittura creativa ed ho studiato gli Haiku.
Al ritorno dalle lezioni ho trasmesso queste nozioni a mio marito ed a mia figlia e per qualche settimana siamo diventati ...tutti un po'  poeti.

Quando ho scattato la foto, questa peonia era a terra, completamente.
Ma il giorno dopo...

FIORE DI PEONIA

BATTUTO DALLA PIOGGIA

RISORGI FIERO

Sono passati alcuni anni e  ed io mi sono affezionata a questa immagine ed a queste parole.
                                                              Fanno  parte di me.

venerdì 11 novembre 2011

MARYSE DE MAY: IL SENTIMENTO NELL'ACQUARELLO

Le tecniche umide nell'acquarello privilegiano l'uso del pennello per disegnare ed enfatizzano la tavolozza:
poiche' il colore ha un impatto emotivo, sintetizzare il disegno a favore del colore crea sensazioni precise, legate alla  gioia, come alla tristezza.Ho dipinto queste viole dopo un violento acquazzone e penso che
trasmettano questa sensazione:prima di Maryse non mi sarebbe nemmeno venuto in mente di provarci !


Le viole dopo la pioggia......
 Ho comprato i libri di Maryse de May come completamento della scoperta dell'acqua, e delle atmosfere che i fondi colorati, gestiti con il suo metodo, sanno lasciare sulla carta e negli occhi di chi guarda.

Rispetto ad altri maestri, Maryse ama i colori vividi e questo per me è molto importante.
Infatti, adoro le bellissime atmosfere di Morelle, ma il mio mondo è colorato e dipingere usando colori anche forti, mi è piu' congeniale.

Maryse poi è tanto spontanea nel lavoro quanto precisa e organizzata in tutto quello che lo precede.
Prima di dipingere, mettere in pratica il metodo di analisi che insegna questa pittrice, aiuta a trovare come usare l'acquarello per esprimere i propri sentimenti.

-Dipingere i propri sentimenti con Maryse de May

Il messaggio di Maryse ha portato alla luce quello che nella pittura è il mio obiettivo piu' profondo: dipingere quelle immagini che mi attraggono perche' corrispondono ad un mio stato d'animo preciso.

Devo ringraziare Maryse de May perche'  dopo aver studiato con attenzione  i suoi testi ho compreso con quali accorgimenti tecnici fondere sentimento e pittura sopra un foglio bianco.

- L'avventura di dipingere fiori con Maryse


PAVIA: LO CHARME DELLE FOGLIE TRA ANTICHE MURA


Una foglia di acero sull'acciottolato  pavese

L'autunno è il trionfo delle foglie.
Le foglie si rivelano ai nostri occhi come macchie di colore incredibile se guardiamo in alto verso il cielo, e ci sorprendono se guardiamo a i nostri piedi, con  varieta' di forma  e struttura.

Nessun ambiente è estraneo a questo fenomeno, anche la citta' è ricca di spunti.
Le foglie hanno sempre un gran potere di attrazione.
In autunno, i giapponesi vanno a contemplare le foglie nei parchi, e le agenzie turistiche organizzano viaggi in tutto il mondo per il fall foliage.
Per due mesi all'anno le foglie vivono un trionfo, proprio quando stanno per scomparire.

Come molti di voi, ho una collezione di foto-foglie: l'avvento del digitale permette di essere un po' maniacali e fotografare di tutto, anche quello che fino a qualche anno fa, considerando il costo di pellicola e stampa avremmo lasciato correre...

Colori d'autunno sulle antiche mura
Alcune di queste foto sono legate a momenti speciali  della mia vita, agli anni che ho vissuto a Pavia, dove
le strade sono "lastricate "con i sassi, bellissime da vedere la sera quando la pioggia le rende lucide sotto
i lampioni o le  luminarie di Natale.
Le foglie  tra le antiche mura di Pavìa, hanno lo charme del tempo, suggeriscono il ritorno delle stagioni perfino nell'arco dei secoli e si sono rivestite, al mio sguardo, di  una magìa in piu'.

Dopo  aver raccolto alcune foglie sui sassi, mi è capitato di arrivare a casa e velocemente metterle in posa su un foglio bianco, ritrarle così, mescolando il colore sulla carta dentro fili d'acqua: leggere e pronte a volare via al primo soffio di vento.


 Il sentimento guida veloce il pennello prima che l'emozione vada perduta: succede anche a voi?





giovedì 10 novembre 2011

DUE PASSI A ... FORTUNAGO

FORTUNAGO, OLTREPO' PAVESE
UNO DEI BORGHI PIU' BELLI D'ITALIA

Fortunago - All'ingresso del paese la Chiesa di Sant'Antonio
Fortunago - La strada sale verso il Municipio, tra ville e giardini
Fortunago - Una tipica casa in pietra
Fortunago - i primi freddi notturni hanno colorato di rosso le ortensie
Fortunago - La quiete di un luogo speciale

mercoledì 9 novembre 2011

EWA KARPINSKA: il Ciclo dell' Acqua nell'Acquarello

La mia passione per l'Acquarello, unita alla curiosita', mi ha portato a diventare amazonauta.
Quanti libri sembrano contenere giusto quel qualcosa che sto cercando...e in questo aver studiato il francese a scuola per anni mi è stato di grande aiuto, perche'la scuola francese di acquarello  usa l'acqua
in modo "ciclico"sfruttandone di volta in volta tutte le possibilita'.



   Uva d'agosto - dipinto seguendo il ciclo dell'acqua
 Se non conoscete gia' "L'eau creatrice" di Jean-Louis Morelle o "La lumiere de l'eau" di Ewa Karpinska è il momento di andare a vedere come lavorano gli autori.

Morelle ha dipinto soggetti semplicissimi, come la bottiglia di plastica dell'acqua, la lattina schiacciata, o paesaggi di periferìa, le case con i ponteggi ed i teloni, quasi senza disegnare se non con il pennello, ritirando il bianco in fasi successive in modo che l'essenza  della realta' affiori sulla carta, delicata e drammatica.

Ewa Karpinska, allieva di Morelle, è partita con i metodi del maestro, ma è andata ancora piu' in la'.
Lei dell'acqua in relazione alla carta ed al colore ha fatto uno studio accurato ed ha stabilito un ciclo guardando al quale si possono ottenere, anche nell'apparentemente casuale, gli effetti voluti. 
Trovare nella cassetta delle lettere  il libro della Karpinska  è stato l'ennesimo colpo di fulmine.

Il ciclo dell'acqua descritto da Ewa
 Tutto quello che mi sembrava certo si è frantumato, ho incominciato ad intelaiare la carta, mi sono procurata i pennelli di petit-gris e in qualche modo è cambiato di nuovo il mio percorso.

Se il Maestro Angelo Gorlini mi aveva trasmesso il gusto della performance veloce, con Ewa l'acqua diventa una amica che in cicli di performance successive puo' dare ancora altri risultati.

Dipinto da una demo di Ewa Karspinka
 Mi sono abituata a termini come inondazione totale, inondazione parziale...ma il mio preferito è raviner a l'eau  , ovvero mettere l'acquarello sotto il getto dell'acqua e lasciare andare il colore per la sua strada.
Allora essere una acquarellista in cucina è stato un must...il lavello sempre pronto.
Se i lavori erano in grande formato, allora la vasca da bagno...Il lago d'autunno (vedi Mini Gallery), nella zona chiara è tutto un traffico di aureole volontarie e "ravinazioni" all'acqua.
Quanti colori e quanta carta si sono rovinate in questi esperimenti ! Ma quanto mi sono divertita...ed ho imparato ad essere felice dell'azione stessa di dipingere.

Rose di Santa Rita
 Questo mio acquarello,  pittura diretta dal vero sul bagnato, senza liquido per mascherature, senza disegno, è una sintesi dei due metodi, ed è stato realizzato usando i colori  preferiti dai due maestri: Rouge Blockx, Blu Blockx e Rosso Ossido trasparente Rembrandt.

- Tutti i segreti del ciclo dell'acqua...
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